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Pioggia d'oro per l'Italia ai Giochi del Mediterraneo di Mersin

Non hanno l’importanza e la visibilità dei Giochi Olimpici, non sono presenti i grandissimi campioni, soprattutto dell’Atletica statunitense, ma vincere fa sempre piacere, chiudere da protagonisti assoluti ancor di più.

È la sensazione, e la soddisfazione, che ci regala il cospicuo bottino di 186 medaglie, di cui 70 d’oro, numeri che ci pongono di gran lunga al primo posto nel medagliere finale della XVII^ edizione dei Giochi del Mediterraneo, svoltasi a Mersin, in Turchia. A questi numeri, già importanti se ne vanno ad aggiungere altri, che amplificano ancor di più lo strapotere azzurro a questi Giochi: 62 medaglie di vantaggio sulla seconda nel medagliere (la Turchia padrona di casa, con 126); 23 medaglie d’oro di vantaggio sulla seconda classificata, sempre la Turchia; da quattro edizioni la comitiva azzurra aumenta costantemente il suo numero di medaglie. Degni avversari, dunque i padroni di casa che, pur vivendo il difficile momento delle contestazioni di piazza e dei cambiamenti politici, hanno messo in piedi un’edizione degna, biglietto da visita, per loro, per l’assegnazione dei Giochi Olimpici del 2020, anche se proprio questa ambizione ha gettato qualche dubbio sulla “limpidezza” di alcune vittorie.

Ritornando alla manifestazione e ai nostri colori, la ginnasta Vanessa Ferrari diventa l’atleta azzurra, tra le donne, più medagliate ai Giochi del Mediterraneo, con otto medaglie del materiale più prezioso, simbolo della vittoria, superando due miti del nuoto come Cinzia Savi Scarponi e Manuela Della Valle, ferme a quota sette, mentre tra i maschi è sempre irraggiungibile l’inimitabile Juri Chechi e detenere il primato ai Giochi del Mediterraneo, con l’irraggiungibile record di quattordici medaglie d’oro.

  

È stata, se vogliamo, la prima uscita agonistica ufficiale per il neo presidente del Coni, Giovanni Malagò, che non ha potuto che avere parole d’orgoglio e di soddisfazione per le imprese dei nostri atleti: «Sono orgoglioso di quest'Italia. A Mersin abbiamo dato una prova di grande forza, ma anche di capacità, impegno e concentrazione. Non mi riferisco soltanto alle medaglie ma anche alle prestazioni individuali che per molti hanno rappresentato primati personali. Tutti gli atleti meritano un plauso collettivo, da condividere con tecnici e federazioni», chiudendo con un augurio: « Complimenti a tutti e che questa manifestazione sia il degno inizio del quadriennio che ci porterà a Rio 2016».

  

  

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