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Campioni o bambini viziati?

Porta una novità imprevista, nascosta eppure inevitabile, il calciomercato nostrano e internazionale, che peraltro è entrato in una fase calda, ma non ancora decisiva.

Detto della solita tempestività della Juventus che, se possibile, si è ulteriormente rinforzata (Ramsey, Rabiot, De Ligt), anche se quest’anno parte con l’incognita Sarri, almeno all’inizio; della prudenza del Napoli (il solo Manolas), dei blocchi del Milan e dei tentennamenti di Inter e Roma, la novità che salta al’occhio è la difficoltà di queste grandi squadre a piazzare i giocatori diventati in esubero.

E non parliamo di calciatori “normali”, quelli, per intenderci, inclusi in sovrannumero nelle grandi trattative, quanto di campioni se non fuoriclasse, quali Higuain, Icardi, Nainggolan, ultimo Kean, ma anche Gareth Bale o neuma a livello internazionale. È chiaro che la complessità nel sistemare questi esuberi deriva dall’alta portata dei loro ingaggi, ma quello che meraviglia veramente è il fato che questi stessi campioni, prima osannati dalle loro tifoserie, ora siano diventati degli indesiderabili. È questo, a mio avviso, il fenomeno da approfondire. Non che poi si debbano scomodare psicologi o quant’altro, perché il fenomeno ha due origini: i cambi di allenatore e i soldi.

I tanti cambi avvenuti nelle guide tecniche di squadre di vertice hanno portato, oltre ad una ventata nuova, nuove idee cui si cerca di dare forma prendendo i giocatori giusti, proprio perché queste stesse idee sono molto caratterizzanti. Diventa quindi normale, allora, che organici costruiti in passato su altre idee necessitano delle giuste modifiche per adattarsi, modifiche portate da giocatori diversi perché questo, pur campioni, hanno stili di gioco diversi. C’è poi il problema, non secondario, dei soldi.

Normale, si dirà, ma mica poi tanto se fino a poco tempo fa si ricopriva letteralmente d’oro questi ragazzi in virtù del loro talento, spesso potenziale più che reale. Ora però le società di calcio hanno capito, forse, che non possono crescere “bambini viziati” (lo ha capito anche lo sceicco del Paris St Germain con Neymar), va bene il talento, ma l’investimento economico deve fruttare subito. Lo pretende il calcio moderno, che viaggia a velocità sempre crescente e porta alla ribalta continuamente possibili campioni dietro l’angolo, per cui chi mostra talento o lo fa fruttare subito, o finisce per trovarsi ai margini dell’impero con la parabola sempre più simile a quella classica delle meteore.

E’ quanto hanno vissuto Cassano e Balotelli, è quanto sta vivendo Icardi, ormai reietto da Conte e dal’Inter, che non riesce a trovare chi è disposto a investire vagonate di milioni su di lui, è il rischio che corrono due giovani promettenti come Kean e Zaniolo. È il rischio che si corre quando ci si trova agiati da giovanissimi: scivolare sulla buccia di banana del delirio di onnipotenza è facile il difficile, per loro, sta diventando rialzarsi, perché non trovano più nessuno ad aspettarli. I “ricchi scemi” hanno iniziato a diventare furbi…

 

 

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