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Calcaterra l'otto...volante

GiorgioCalcaterraaltraguardoE sono otto! Incredibile ma vero. Giorgio Calcaterra, spesso etichettato come il “tassista volante”, o “taxi driver” per la sua attività di autista di taxi, abituato a districarsi nel traffico della capitale, a 41 anni si aggiudica per l'ottava volta consecutiva la Firenze-Faenza,

meglio conosciuta come 100 km del Passatore, portandosi a casa anche il titolo italiano assoluto Fidal 2013 di specialità. Chi possiede un po' di dimestichezza con le gare podistiche di lunga durata sa quanto possa essere duro e stressante, a livello fisico e psicologico, portare a termine una maratona (42 km e 195 metri). Si può immaginare quanto possa esserlo, a maggior ragione, farlo su una distanza circa due volte e mezzo maggiore. Se poi si pensa che Calcaterra lo ha fatto per otto anni consecutivi, arrivando sempre primo, si può cominciare ad avere un'idea di quello che molti giustamente già definiscono “mito”. Partito alle 15 del 25 maggio scorso dalla fiorentina via dei Calzaiuoli, insieme ad altri 1781 “compagni d'avventura”, Calcaterra ha impiegato sei ore e 40 minuti (per la precisione 6h39'59”) a percorrere i tradizionali 100 km della corsa del Passatore, quest'anno resi ancor più impegnativi, oltre che dalle immancabili salite, da pioggia e clima autunnale. Per riuscire a comprendere, almeno in parte, lo sforzo dei partecipanti, la mattinata del giorno dopo salutava ancora l'arrivo degli ultimi... ritardatari. Alla fine sarebbero comunque stati ben 1451 gli arrivati. E se Calcaterra è il “mito”, la punta dell'iceberg, tutti meritano, indistintamente, un monumento. Dalla prima donna, l'esordiente atleta croata Marija Vrajic (8h06'50”), al podista più giovane, il faentino Lorenzo Vignoli, 20 anni (14h24'34”), ai decani della corsa (40ª presenza): Walter Fagnani, 88 anni (!), di Verona, 1.359° in 17h52'59”, e Marco Gelli, 61 anni, di Sesto Fiorentino, 1.430° in 19h27'10”. Di tutto ciò, poche righe sui quotidiani, qualcosa in più su quelli locali o specialistici di settore. Evidentemente, i tre titoli mondiali di Calcaterra sui 100 km, decine e decine di maratone disputate e vinte in giro per il mondo, non fanno notizia. Lui, Calcaterra, non se ne fa un cruccio e continua la sua corsa, con l'umiltà che l'ha sempre contraddistinto, con quell'eccezionale forza di volontà che lo porta a tagliare il traguardo sempre e comunque, anche quando le prime posizioni sono solo un miraggio. Senza scomodare Pierre De Coubertin, infatti, Calcaterra ha sempre creduto che, almeno nelle corse di lunga durata, il primo obiettivo non deve essere quello di vincere, ma di arrivare, almeno per i comuni... mortali. Peccato che molti media non abbiano recepito il suo messaggio e continuino a privilegiare sport dove gossip e facili guadagni fanno più audience di sofferenza e sudore della fronte.

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