slogan

Italian Bulgarian English French German Macedonian Maltese Romanian Russian Spanish

Derby romano di Coppa Italia: dove osano le aquile

TIMCup2013E' finita con Petkovic, l'uomo venuto dal Nord, che si trasforma in falconiere e mostra orgoglioso ai tifosi biancocelesti in delirio Olimpia, l'aquila simbolo della Lazio.

Dopo una stagione agonistica a singhiozzo, con un eccezionale girone d'andata e l'entusiasmante cavalcata fino ai quarti di Europa League, un girone di ritorno deludente, costellato da infortuni e ripetute battute d'arresto, conclusosi con un deprimente settimo posto (alle spalle dell'odiata dirimpettaia!), la squadra del patron Lotito, l'uomo dei proverbi latini, rischiava di compromettere un'intera stagione. In una sera, la Lazio si è ripresa tutto: trofeo, derby (il primo in una finale di coppa) e posto in Europa, senza contare la possibilità di contendere alla Juve-cannibale la Supercoppa italiana. Di fronte alla Roma “americana”, traghettata dal burbero Andreazzoli fino a un insipido sesto posto in campionato, dopo l'amaro fallimento del progetto Zeman, la squadra biancoceleste, pur in una partita nervosa e poco spettacolare, ha saputo dare ragione alle parole del suo presidente, che ha sempre intasato i taccuini dei cronisti di vocaboli come umiltà, coesione, spirito di gruppo. Non è stato probabilmente un caso che i protagonisti principali del match non siano stati campioni osannati, come Klose ed Hernanes ma, se escludiamo l'inesauribile Candreva, ormai stabile nazionale azzurro, i cosiddetti gregari, come Lulic, pupillo di Petkovic, autore tra l'altro del gol-vittoria, dalla tecnica discutibile ma dai polmoni immensi, come Biava, trentaseienne baluardo della difesa, che molti avrebbero già voluto rottamare, o l'ultimo arrivato, il mastino nigeriano Onazi, appena ventenne, che alla recente vittoria in Coppa d'Africa, può già aggiungere un altro trofeo al suo neonato palmares. E avrà fatto sicuramente piacere a coloro che credono nei veri valori dello sport, vedere anche il vecchio “guerriero” Cristian Brocchi, al suo ultimo appuntamento romano, correre come un ragazzino sul prato dell'Olimpico, ridendo e piangendo con i compagni davanti alla coppa. Pochi conoscono il motto latino che un giovane sottufficiale dei bersaglieri, Luigi Bigiarelli, e altri otto soci fondatori scelsero per la Lazio quel lontano 9 gennaio del 1900, su di una panchina di piazza della Libertà, al quartiere Prati di Roma: “Concordia parva crescunt” (la versione cara a Lotito), ovvero: “Nell'armonia crescono le piccole realtà”. Sono passati 113 anni da allora, ma le parole sopravvivono al tempo che passa. Nell'armonia, nell'umiltà, nell'unità d'intenti di un gruppo eterogeneo, giusto mix di campioni, irriducibili veterani e giovani di belle speranze, la Lazio continua a scrivere la sua storia.

RIRODUZIONE RISERVATA