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Valentino e Jorge, il ritorno e la conferma

A volte ritornano. Alcuni. Altri vengono dati per spacciati senza aver messo sul piatto della bilancia classe e forza di volontà. Così, uno era dato per finito. L'altro, operato 48 ore prima per una frattura alla clavicola, nella migliore delle definizioni pre-gara veniva considerato completamente folle.

Il risultato del campo, o meglio della pista di Assen, nel GP d'Olanda, ha ribaltato ogni sicurezza dei “soloni”, esperti di pronostici. Valentino Rossi, il “Dottore”, il mitico “46”, torna sul gradino più alto del podio, dal quale mancava dall'ottobre 2010 a Sepang, in Malesia; Jorge Lorenzo, il “pazzo”, partito dodicesimo, risale fino al quinto posto, sfiorando addirittura l'impresa. Per Valentino, il campione di Tavullia, da tempo immemore lontano dalle primissime posizioni, dopo la delusione con la Ducati e il ritorno alla Yamaha, si è trattato del successo n° 106 in carriera, del 47° su Yamaha, del 67° nella moto GP. La svolta decisiva, il sorpasso su Daniel Pedrosa (Honda) alla fine del quinto giro, quando Rossi, forte dei suoi nove mondiali, prendeva il largo, arrivando al traguardo prima di Marc Marquez su Honda e Cal Crutchlov (Yamaha privata). «Spero di non dover attendere di nuovo 46 gare per vincerne un'altra», il commento di un Valentino Rossi addirittura raggiante e pronto ad affrontare, a 34 anni, nuove ed entusiasmanti sfide.

Ai limiti dell' incredibile, per altri versi, la gara di Jorge Lorenzo, operato giovedì notte a Barcellona per una frattura alla clavicola dopo una caduta e già in sella alla sua moto solo poche ore dopo. Lasciamo alle sue parole il commento alla sua prestazione: «Non chiamatemi eroe. Eroi sono quelli che riescono a mangiare a fine mese. Io sono un uomo fortunato, pagato per fare ciò che più gli piace». Rossi e Lorenzo, la stessa passione, la stessa voglia di vincere, un solo aggettivo per definirli: Campioni.

 

 

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