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La rivincita di Stan

Al via la nuova stagione tennistica con il primo torneo Slam dell’anno: gli Australian Open.

La terra dei canguri è stata lo scenario di partite clamorose dal risultato tutt’altro che scontato che, a dir la verità, penso abbiano dato quel tocco di novità e di imprevedibilità che in questi anni è mancato al tennis, stradominato dai “soliti ignoti”, pardon, soliti noti.

Partiamo, però, dalla nostra tanto bella quanto martoriata Italia, a cui viene regalato l’ennesimo titolo dalle due cichis, Sara Errani e Roberta Vinci, che vincono il torneo di doppio contro le russe Makarova e Vesnina in un match equilibrato conclusosi al terzo set. Sul fronte singolari l’Italia rimedia un ottavo di finale con il numero uno nostrano Fabio Fognini che si arrende facilmente al serbo Novak Djokovic in tre set rimediando soltanto 5 game, ed un buon quarto di finale con Flavia Pennetta che si arrende alla cinese Na Li, che poi andrà a vincere il torneo.

 

Stupore, niente potrebbe descrivere meglio ciò che appassionati, tifosi e esperti del settore hanno provato guardando ogni match di questa competizione.

 

Chi dava per spacciato Roger Federer si è ritrovato ad ammirare quei colpi che per tanto tempo hanno annichilito gli avversari ed entusiasmato gli spettatori di tutto il mondo e che tanto hanno dato a questo sport, vedendolo soccombere soltanto in semifinale nella più classica delle partite dell’ultimo decennio contro lo spagnolo Rafael Nadal. Nadal, sfinito, stremato, logorato da una mano che fermerebbe chiunque dal continuare il torneo, ma non lui, cede solo nella finalissima colpito da un problema alla schiena come se non avesse avuto abbastanza acciacchi fino a quel momento. Note dolenti per l’ex numero uno al mondo Djokovic che dopo aver battuto il nostro Fognini si fa sconfiggere dallo svizzero Stanislas Wawrinka nei quarti di finale incominciando in salita il nuovo anno.

Stanislas Wawrinka, numero due svizzero, perennemente oscurato da Roger Federer in patria, tanto da far sembrare un top ten della classifica mondiale un obiettivo di facile raggiungimento. Ostacolato prima dal compagno di nazionale poi dai vari Nadal, Djokovic, Murray, non è mai riuscito a dare la zampata giusta per affermarsi in un torneo dello Slam, addossandosi colpe di sconfitte in Coppa Davis e l’effige di eterno secondo di Federer, stavolta non ha fallito l’ennesima occasione. Batte Djokovic, Berdych e Nadal, mettendo tutti in riga col suo straordinario rovescio e con le improvvise accelerazioni di diritto, meritandosi gli applausi del pubblico australiano sia per il gioco mostrato, sia per il fair play avuto non esultando al punto vittoria essendosi reso conto delle pessime condizioni dello spagnolo, che onora la finale concludendo comunque il match nonostante le sue condizioni fisiche. Poco altro da aggiungere, se non che con questi presupposti ci si avvia verso un nuovo anno pieno di nuove sfide che allieteranno gli appassionati di questo sport che sempre riesce a far parlare di sé solo ed esclusivamente per i risultati di gioco e quasi mai per gossip o peggio ancora doping.

 

 

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