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Un anno di sport

Raccontare un anno di sport significa ripercorrere 365 giorni di emozioni, speranze, delusione, gioia, tutta la gamma delle emozioni umane.

È questa la grande forza di questa attività del genere umano, la molla che ne muove il motore e ne fa quasi il centro d’interesse del nostro quotidiano. Ripercorrere il viaggio a ritroso, quando siamo giunti allo spirare di questo anno, significa rivivere tutto quanto sopra, ma anche proiettarsi al domani, perché sono i mattoni posti nel passato che permettono di costruire i futuri scenari.

Nelle tracce di storia che hanno disseminato questi dodici mesi trascorsi cerchiamo, nella loro rievocazione, di leggere anche nella sfera di cristallo del futuro. Il calcio, ovviamente, l’ha fatta da padrone, sempre in testa ai pensieri degli sportivi italiani. La cavalcata della Juventus ha conosciuto pochi sussulti nella corsa alla conquista del 29° (o 31°, dipende dai punti di vista) scudetto, candidandosi prepotentemente come egemone anche per la stagione successiva. Egemonia che sembra cambiata in Europa, con la Champions alzata, finalmente, dal Bayern Monaco al termine di una finale tutta tedesca con il Borussia Dortmund, che potrebbe anche significare la fine del dominio spagnolo.

Il secondo sport per antonomasia in Italia è il ciclismo, che quest’anno ha saputo regalare pagine epiche, grazie alle imprese compiute anche nel mal tempo. Il nostro Vincenzo Nibali al Giro d’Italia, Chris Froome al Tour de France hanno impreziosito, insieme alle imprese di Fabian Cancellara, di Mark Cavendish e di Alberto Rui Costa vincitore del Mondiale a Firenze hanno impreziosito, con le loro imprese, uno sport sempre condizionato dall’ombra del doping, che pure non riesce a scardinare la passione popolare.

 

Grande seguito ha avuto anche il tennis, con Rafa Nadal ritornato in auge mentre declinante appare la parabola di Roger Federer, ma anche con il sempre istrionico Novak Đoković protagonista dei court, così come nell’atletica ci ha sempre esaltato la forza e la gioiosità vincente di Usain Bolt. Ancora nel calcio, ben si sono comportati gli azzurri nella Confederations Cup, raggiungendo il terzo posto nel torneo di preparazione al Mondiale; meglio hanno fatto i ragazzi dell’Under 21, che si sono arresi solo in finale all’”ingorda” Spagna. In un anno privo delle grandissime manifestazioni che caratterizzeranno, invece, in maniera significativa il prossimo 2014 (Olimpiadi invernali di Sochi, Mondiali di calcio in Brasile, Olimpiadi estive sempre nel paese della samba), importanti sono stati anche alcuni eventi paralleli alle imprese sportive.

Hanno salutato la vita terrena, lasciando un ricordo indelebile, Stefano Borgonovo, simbolo della lotta alla Sla, e Nelson Mandela, non sportivo ma che attraverso lo sport era riuscito a sconfiggere l’apartheid in Sud Africa, ma anche Pietro Mennea, simbolo dell’atletica vincente italiana. L’ultima parte del 2013 ha visto la stagione del calcio iniziare di nuovo con la Juventus protagonista, incalzata dal nuovo Napoli di Rafa Benitez e dall’ottima Roma di Rudi Garcia, ma a fare notizia sono stati il passaggio di proprietà dell’Inter, da Massimo Moratti all’indonesiano Erik Thohir, la rivoluzione in casa del Milan, con l’irrompere di Barbara Berlusconi al comando e l’accantonamento, in pratica, di Adriano Galliani. Qualcuno lo abbiamo di certo dimenticato, ma in sostanza questi sono stati gli eventi significativi nello sport di un 2013 che ci lascia, schegge di un passato, ormai, che speriamo sia foriero di successi per il nuovo che avanza.

 

 

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