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Sorprese mondiali

Road to Glory

Quale potrebbe essere considerata la sorpresa più clamorosa, la roboante vittoria olandese sui resti dell'Invincible Armada spagnola, o quella dei Ticos costaricensi sulla garra uruguagia?

Il "Mondiale dei Mondiali", come è stato definito quello in svolgimento in Brasile, non ha ancora esaurito la sua prima giornata di gara, sono attese al debutto nazionali come Argentina, Portogallo, Germania, Francia, ma le emozioni hanno già abbondantemente riempito le nostre serate (e notti), tra vittorie sorprendenti, errori arbitrali, colpi da campioni. Indubbiamente la sensazione maggiore l'ha suscitata la vittoria dell'Olanda sulla Spagna, più nel modo che nella sostanza, perché nessuno poteva immaginare un tale tracollo iberico sul proscenio mondiale. È solo l'onda lunga del tramonto del tiqui taqua barcellonista, importato da Vicente del Bosque nella sua nazionale: i successi sono stati tanti, al limite dell'ingordigia, ma ora la mancanza di fame, l'appannamento anche atletico dei campioni e una formula sviscerata ai minimi termini stanno riportando il calcio nazionale iberico nell'alveo della normalità. Resta tutto quello che ha illuminato a festa la scena mondiale in questi otto anni, resta anche la dimostrazione che nessuna squadra è invincibile, soprattutto che non esiste una formula invincibile, ma solo quella temporaneamente vincente legata alla generazione di campioni che la interpreta. Dall'altro lato, l'Olanda assemblata dal presuntuoso ma bravo Louis Van Gaal non può certo considerarsi una sorpresa, con i tanti campioni che può schierare, almeno in attacco, con un altro che si è messo in luce proprio in questo match, Daley Blind.

Molto più sorprendente, a mio avviso, la vittoria del Costa Rica sull'Uruguay: i centroamericani, alla vigilia, erano accreditati come una buona formazione ma nulla più, e sembravano destinati ad un ruolo di comparsa in un girone dove, oltre alla Celeste, erano presenti anche mostri sacri quali Inghilterra e Italia. Invece essi hanno dimostrato di essere un organico molto bene assortito, guidato dalle giocate dell'estroso Christian Bolaños dalla tremenda efficacia di Joel Campbell, un attaccante classe 1992 già ambito dai top team di mezza Europa. Con i suoi strappi, le sue capacità balistiche e la sua concretezza sottoporta, ha messo a nudo i limiti della nazionale allenata da Oscar Tabarez, apparsa vecchia, stanca, forse troppo dipendente dalle giocate dell'assente Luis Suarez, con Edinson Cavani spesso tagliato fuori dalla manovra e incapace di dare quell'apporto che gli è riconosciuto quando gioca nelle squadre di club.

Questo exploit costaricense non rappresenta una buona notizia per inglesi e italiani che se la dovranno vedere con un avversario inatteso e che potrà mettere nel suo serbatoio il propellente dell'entusiasmo. Lo sa bene il nostro Cesare Prandelli, che ha invitato alla calma dopo la pur importante vittoria sulla squadra di Roy Hodgson: al termine di una buona partita (di epico non mi pare di aver visto nulla), gli Azzurri hanno avuto ragione degli storici rivali grazie alle reti di Claudio Marchisio e Mario Balotelli che, pur con una povertà di gioco figlia di un campionato zeppo di stranieri nelle squadre di vertice, hanno comunque mostrato volontà e orgoglio, raggiungendo anche il momentaneo pareggio con Daniel Sturridge e mettendo in mostra un prospetto interessante in Raheem Sterling. Di sicuro il Mondiale è ancora lungo, ma l'inizio azzurro fa ben sperare di arrivare fino in fondo.

 

 

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