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Grinta rosa azzurro a Indian Wells

Come i migliori vini nostrani che con la maturità esprimono il loro miglior gusto, così sembra che il tennis italiano femminile si imponga sui palcoscenici mondiali in un’età che non si può definire proprio adolescenziale.

Ad approdare sulle luci della ribalta, stavolta, è Flavia Pennetta, brindisina che fra pochi giorni compirà 32 anni. Soffermarsi sulla carriera di quest’atleta è doveroso, tanto grande è l’indice di tenacità e di orgoglio presente in ella.

Vincitrice di dieci titoli internazionali in singolare, quindici in doppio, quattro volte vincitrice della Fed Cup con la nazionale azzurra, prima atleta italiana ad entrare nella top ten della classifica mondiale nel 2009, prima nel ranking di doppio per molte settimane insieme alla sua amica Gisela Dulko e conquistatrice di svariati tornei minori. Fiore all’occhiello di questa spumeggiante carriera è l’appena conclusosi torneo di Indian Wells in California dove la pugliese è riuscita a sbaragliare concorrenti di grande valore e molto meglio piazzate nel ranking WTA. Si annovera la vittoria nei quarti di finale contro una delle forti azzurre emergenti, Camila Giorgi, che in precedenza aveva sconfitto addirittura l’ex numero uno al mondo Maria Sharapova ed era di ritorno dal trionfo in Fed Cup al suo esordio. Tornando alla protagonista di questo periodo si può dire che il suo tennis, fatto di corsa e sacrificio, dotato di un ottimo rovescio e di un dritto che esprime di volta in volta la condizione fisica del momento di Flavia, spiega al meglio la grinta caratteriale e la voglia di non mollare mai nonostante i vari infortuni subiti soprattutto al polso, facilmente intuibile come uno degli infortuni più pesanti per chi pratica uno sport come il tennis. Batte nell’ordine Samantha Stosur, Sloane Stephens, Na Li ed in finale la polacca Agnieszka Radwanska tutte giocatrici ai vertici di questo sport da anni, e riagguanta la top 20 dopo essere scesa al 160° gradino a causa di un’operazione subita proprio all’articolazione.

In conclusione dopo questa vittoria si può solo affermare per l’ennesima volta che lo sport riesce a dare la forza di rialzarsi nonostante cocenti delusioni o dannate sfortune, nonostante l’inesorabile scandire delle lancette del tempo, nonostante la voglia di lasciar perdere tutto quando ci sembra che sia l’unica e più comoda soluzione. Un grazie a te Flavia che fai sognare le giovani promesse e fai continuare a migliorarsi chi già pensa di essere arrivato al proprio limite senza aver ancora respirato l’aria che tira sull’Everest dei campioni dello sport.

 

 

 

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