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Valentino Re

Se Lewis Hamilton è l’attuale re della Formula, Valentino Rossi è il re del momento in MotoGP. Un re che resta di prepotenza sul trono.

Il Dottore respinge alla grande l’assalto di Marquez al primo posto in classifica. E così, dopo una battaglia durissima Rossi trionfa a Termas de Rio Hondo al culmine di una rimonta spettacolo e di un corpo a corpo con Marquez che lascerà dei segni nel prosieguo del Motomondiale. Per la gara, per il campionato e forse per il loro rapporto. Al penultimo giro, con le gomme ormai ridotte a delle tele, Marquez resiste al sorpasso di Rossi, i due si toccano e lo spagnolo ne fa le spese. Caduta, ritiro e “zero punti” pesante in classifica per Marc, che scivola a -30 da Valentino. Successo numero 110 in carriera del pesarese. Con lode. Un’altra perla, per la verità. Da mozzare il fiato. In rimonta, con una scelta strategia da campionissimi. Sul podio, secondo, uno splendido Dovizioso, che ancora una volta ha ottenuto il massimo dalla sua Ducati, poi Crutchlow, che sul filo di lana batte Iannone; 5° un Lorenzo in crisi totale.

 

Rossi è splendido attore protagonista di un film già visto: nelle prove è in difficoltà, parte indietro, poi trova il bandolo della matassa nell’assetto della sua Yamaha e riesce a recuperare in corsa, aiutato da una felice scelta di gomme. Da 8° in griglia, Valentino risale con il temperamento irriducibile che ne ha sempre contraddistinto la carriera. Si libera degli avversari fino a mettere nel mirino il rivale numero 1: Marquez. Lì il suo forcing diventa feroce, forte di una gomma che gli dà più chance alla distanza. A tre giri il duello è diretto, uno in scia all'altro, a due dalla fine il fattaccio: Rossi forza e passa, Marquez resiste e i due si toccano. Game over per lo spagnolo e un volo in classifica per Valentino: è a +6 su Dovizioso, +20 su Iannione e +30 su Marquez. Cifre pesanti. Anche solo dopo tre gare.

 

La chiave tecnica è la scelta della gomma posteriore delle moto Factory, che hanno a disposizione una hard più prestazionale ma esposta a maggior degrado alla distanza, e la extra hard, meno veloce, ma più resistente nell’ottica dei 25 giri, di cui, però, le Ducati non possono disporre. Marquez, Iannone e Dovizioso scelgono la hard dietro, mentre le Yamaha di Rossi e Lorenzo montano la extra hard. Alle spalle di Marquez, partito come una molla per guadagnare più terreno possibile (già a +2"8 al 5° giro) in vista di un finale in difesa, Crutchlow, le Ducati, Lorenzo e Rossi si danno battaglia. Fiammate ideali e reali. Come quelle sprigionate dalla Ducati di Hernandez che deve fermarsi con il motore a fuoco al 7° giro. Mentre Lorenzo fa il gambero confermando la sua involuzione e Crutchlow combatte con vigore, Rossi recupera terreno e si mette in caccia del razzo bianco-arancio-rosso. A metà gara Marquez ha 4"1 di vantaggio, che piano piano Valentino inizia ad erodere, con Dovizioso in scia. A 10 giri dalla fine il gap è di 3"1, a a 7 giri è di 2"3, a 4 1"1, a 3 il duello è diretto. Poi il fattaccio. O il prodigio. Seguiranno tensioni. O veleni. Chissà…

 

 

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