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La Finta Battaglia: il Calcio Fiorentino

“… E di vero valor tante e sì altere prove in finta battaglia indi mostrarse, che sembran finte al paragon le vere”. Niente meglio di questi versi del poeta fiorentino Vincenzo da Filicaja, vissuto nella seconda metà del 1600, riesce a rendere bene, forse, il senso del Calcio in Livrea o Calcio Fiorentino.

  

  

  

  

È noto che giochi con la palla sono disputati fin dai tempi antichissimi, dalla Sferomachia dei Greci all’Harpastum dei Romani, da sempre il dominare un attrezzo sferico che richiamava la forma del Sole aveva esercitato il suo fascino sulle genti.

  

  

  

  

  

Oggi il calcio è la disciplina sportiva più diffusa al mondo, sia per numero di praticanti sia per audience, il Calcio Fiorentino può rappresentare l’anello di congiunzione tra quegli antichi sport con la palla e l’attuale sport della “palla – piede”. In verità, è opinione diffusa tra molti studiosi, e anche la mia, una emanazione diretta di quella che è diventata una vera e propria rappresentazione storica è da considerarsi il Rugby, inventato da William Webb Ellis nel 1823, per la sua caratteristica di giocarsi anche con le mani. Molti sono stati i personaggi celebri trasformatisi in Calcianti e cimentatisi in dure partite: tanti rappresentanti della famiglia Medici, il Duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga, e tanti altri, così come tante sono state le partite celebri, anche se il match per eccellenza si disputò nel febbraio del 1530. Firenze era sotto assedio da parte dell’esercito dell’Imperatore Carlo V, il cui intervento era stato richiesto da Papa Clemente VI per ripristinare la signoria dei Medici. Nonostante la popolazione fosse allo stremo delle forze, in Piazza S. Croce si organizzò lo stesso la partita, per prendersi beffa degli invasori e dare una parvenza di normalità ed efficienza.

Al giorno d’oggi, dopo che fu organizzata dai fascisti nel 1930 un’altra partita per ricordare il quattrocentenario di quel primo assedio, il Calcio Fiorentino è ritornato in auge, fino a diventare una delle manifestazioni più suggestive di Firenze. È sempre Piazza S. Croce lo scenario ideale in cui le quattro contrade protagoniste: i Bianchi di Santo Spirito, gli Azzurri di Santa Croce, i Rossi di S. Maria Novella e i Verdi di S. Giovanni, si danno aspra battaglia per stabilire, il 24 giugno, chi sarà campione e si aggiudicherà il premio, una vitella di razza chianina.

  

  

Il regolamento odierno è piuttosto articolato, le squadre sono composte da ventisette Calcianti ciascuna che danno vita ad autentiche lotte corpo a corpo per la conquista della palla e la realizzazione della caccia, omologo del gol nel calcio, con le partite viste da migliaia di spettatori anche per la bellezza dei costumi che caratterizzano la rievocazione storica, perché in questo gioco, citando ancora il Filicaja: “…Tal chiude in sé di guerra arte e ragione, che, malgrado del ver, guerra la credi”.

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