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Crotone, Pitagorici in Paradiso

Quali colori possono identificare la gioia, la felicità? Nello sport, nel calcio, i colori di chi vince, ovviamente, ma tutto si amplifica quando certe gioie si provano per la prima volta.

 

Crotone è una città antica, nobile, tra le più importanti della Magna Grecia, con gente orgogliosa di tali ascendenze, che era già famosa nel mondo dello sport. Accadeva quando le gare più importanti si svolgevano ad Olimpia, nell’ambito dei Giochi Olimpici, appunto, non esisteva ancora il calcio, la lotta era tra le discipline più importanti e proprio un figlio di queste terre si erse a campione olimpico, Milone. Come tutte le città e colonie greche del periodo, Crotone era anche un centro di cultura, tanto che da Samo vi si trasferì il famoso Pitagora.

 

Ora, oltre a queste nobili quanto vetuste glorie, questo popolo potrà gonfiare il petto di orgoglio con la sua squadra di calcio per la prima volta nella massima serie. È una storia che inizia da lontano, dal 1910, quando ancora i colori sociali della squadra erano il giallo e il nero, che ha vissuto tutta la sua parabola, finora, con dignità sui campi dilettantistici e della Terza Serie. Tre volte ha conosciuto il proscenio della cadetteria, la prima nel 1999/2000, la seconda nel 2003/04, la terza dal 2008/09 che ha portato i pitagorici alla splendida, e vincente, cavalcata di questa stagione.

 

Un successo tanto più bello perché inatteso, costruito da una società solida, guidata da Raffaele Vrenna, uno stadio sempre pieno e carico di passione, l’”Ezio Scida”, un gruppo di giocatori compatto, eterogeneo ed equilibrato, oltre che “affamato”, pronto a mettere efficacemente in campo le idee del suo allenatore, Ivan Juric, ex giocatore dei rosso blu e tecnico predestinato. Egli, infatti, è stato allievo di Gian Piero Gasperini, pare destinato a raccoglierne l’eredità al Genoa, lo stesso Gasperini che pure ha allenato a Crotone rinverdendo i fasti di quando sulla panchina dei calabresi sedeva il pittoresco Oronzo Pugliese o l’istrionico Franco Scoglio.

 

Trionfale è stata la storica cavalcata che ha portato i rossoblù a sedersi, per la prima volta, al desco dei potenti, sorprendente è stato averlo fatto da primi in classifica e con tre giornate di anticipo, contando che, nei pronostici, la corazzata Cagliari avrebbe dovuto trionfare a mani basse, e altre squadre in partenza erano maggiormente accreditate. I calabresi, invece, hanno saputo imporre il loro ritmo, la regolarità è stato uno dei punti di forza, insieme al collettivo applicato sulle indicazioni di Juric, che ha portato ben diciotto uomini a trovare la via della rete. È stata un’orchestra sinfonica costruita intorno all’esperienza di Adrian Stoian e Raffaele Palladino, che ha sfruttato la vena realizzativa di tanti, come detto, e soprattutto di Ante Budimir, ben difesa dietro dalle parate di Alex Cordaz e da tutto un reparto difensivo che ha sempre concesso poco agli avversari.

 

Ora è dunque il momento di festeggiare, consci di aver firmato un’impresa storica che riporta una regione difficile come la Calabria in Serie A dopo Catanzaro e Reggina, presto sarà il momento di programmare la nuova, affascinante, avventura. Crotone, come Carpi e  Frosinone, dimostra che le grandi imprese calcistiche, e non i miracoli come superficialmente si dice, sono sempre possibili quando c’è passione, programmazione e competenza.

 

 

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