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Sinfonia polacca

A volte, a leggere la storia, si può restare strabiliati come certi eventi, apparentemente distanti tra loro, vadano ad incastrarsi trovando una matrice comune, sia essa negativa o positiva.

Tutti sono consapevoli dei benefici che apportano le grandi vittorie del calcio, di gran lunga lo sport più popolare: il benessere e la spensieratezza degli Anni Ottanta, dopo la cappa di terrore degli anni di piombo, hanno di sicuro avuto un importante impulso dalla vittoria dell'Italia ai mondiali di Spagna 1982. Così come l'attuale grigiore sociale è dovuto alla contingenza economica negativa, ma vede il suo apice di riflessione negativa proprio nello sport, e avvicina questo periodo a quello grigio degli Anni Settanta, anche se allora c'era molta più spensieratezza.

Tutto il preambolo sopra per introdurre la grande vittoria della Polonia nel mondiale di volley, lì organizzato. In un paese che noi siamo abituati a guardare con sospetto e con una superiorità che non ci dovrebbe appartenere, dimentichiamo troppo spesso la grande dignità culturale di questo popolo, le grandi tradizioni spesso offuscate dalla tragedia della guerra e della politica, situato su quella linea di confine che ha diviso l'Est e l'Ovest europeo, esile separazione tra due mondi alla ricerca della supremazia.

Pochi, forse, sanno della grande tradizione nella pallavolo di questa nazione, in cui questo sport ha un seguito pari a quello del calcio dalle nostre parti, come dimostrato dalla eccezionale affluenza di pubblico alle partite. È stata anche la grande spinta popolare, quindi, a portare di peso fino all'ultimo atto la squadra allenata dal giovane francese Stephane Antiga, dove affrontava il colosso Brasile, tricampione nelle ultime tre edizioni, erede della precedente tripletta della nostra Nazionale, qui in veste dimessa e ormai da troppo tempo lontana dal podio. Contro i vede oro di Bernardinho i polacchi partono male, perdono il primo set, ma poi, sospinti anche dalla passione del pubblico, iniziano una rimonta che diventa inarrestabile fino al trionfo finale. Per il Brasile una sconfitta inattesa, che fa il paio con quella del calcio e si riallaccia a tutto il discorso fatto all'inizio,  avallato dal fatto che terza in classifica, dopo aver superato la Francia, si piazza la Germania, mai a questi livelli in questo sport, a rimarcare i benefici influssi che stanno vivendo i teutonici.

Dell'Italia abbiamo detto, speriamo di tornare presto ad avere gli occhi della tigre per puntare alla vittoria, come ci capita spesso ultimamente ci affidiamo alle donne, che iniziano oggi il loro mondiale, proprio sui parquet del Bel Paese. Sperare in un trionfo è d'obbligo.

 

 

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