slogan

Italian Bulgarian English French German Macedonian Maltese Romanian Russian Spanish

The Marvelous

 

Quando ci lascia un grande sportivo, che nei suoi anni migliori è stato un eroe del suo sport, è inevitabile che si torni a narrare le sue gesta, trasformando il trapasso in mito, anche di chi mito è diventato già in vita.

È quanto si potrebbe dire di Marvin Hagler, che ci ha lasciato in questi giorni.

 

Ai più giovani risulterà, probabilmente, sconosciuto, ma al suo tempi è stato un vero e proprio “dio" del pugilato, quando questa disciplina dava vita a vere leggende, nella categoria di pesi forse più affascinante, quella dei pesi medi, che abbina la tecnica più pura alla potenza insita in questo sport. Nato nel maggio del 1954, inizia a praticare il pugilato nel 1969, facendo conoscere presto le sue doti, che lo portano a diventare professionista nel 1973.

 

Era un pugile difficile da affrontare perché, come caratteristica tipica di questa categoria di pesi che già abbiamo illustrato, combinava tecnica e potenza, riuscendo a combattere indifferentemente di guardia destra o sinistra, risultando quindi difficilmente inquadrabile dai suoi avversari dal punto di vista strategico. Leggendari i suoi incontri per il titolo mondiale, ad iniziare dal primo, che pure non gli portò la corona. Passato sotto le cure del manager Bob Arum, nel novembre del 1979 ha la sua occasione, e subito la sua strada incrocia l’Italia ed un suo pugile, anche se di cittadinanza statunitense, Vito Antuofermo, detentore del titolo.

 

Il match è molto violento, Hagler sembra aver ragione del suo avversario che non demorde restando in piedi sino alla fine, nonostante le tante ferite al volto, strappando un verdetto pari che gli permette di conservare il titolo. Hagler si rifà giusto un anno dopo, quando in Inghilterra sfida il detentore Alan Minter e lo supera per KO Tecnico, coronando la sua corsa al titolo di campione del mondo. Iniziano le difese del titolo, con alcuni incontri che sono passati alla Storia del Pugilato per le epiche battaglie che sono stati.

 

Via via, a strappare la corona a Marvin Hagler, nel frattempo diventato The Marvelous, provarono vari campioni dell’epoca, dallo stesso Antuofermo, che stavolta perse la rivincita per KO, a Roberto Duran Manos de Piedra, che è stato l’unico sfidante a finire in piedi. Altri incontri memorabili furono quelli contro Juan Domingo Roldàn in cui, pur vincitore, Hagler finì per la prima e unica volta al tappeto, al primo round; quello, breve ma violentissimo, contro Thomas Hearns, pubblicizzato come The War, e guerra rivelatosi; quello altrettanto violento, ma risoltosi per KO Tecnico all’11° round, contro John Mugabi The Beast, fino ad arrivare all’ultimo, contro Sugar Ray Leonard.

 

È il 6 aprile del 1987 quando i due pugili si incontrano al Caesars Palace in Nevada, il match è equilibrato ma i giudici riconoscono la vittoria dello sfidante ai punti. Hagler non accetterà il verdetto, ritenuto ingiusto, e si ritirerà dall’attività agonistica, resistendo anche ai tentativi milionari di farlo ritornare sul ring. Chiusa la carriera pugilistica, incrociando di nuovo l’Italia che già ne aveva segnato indirettamente il debutto nel pugilato professionistico, fu proprio nel nostro paese che Hagler intraprese una trascurabile carriera di attore, restando per sempre nella Storia del Pugilato e nel Mito come The Marvelous, Il Meraviglioso.

 

 

(C) RIPRODUZIONE RISERVATA