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Bagnaia iridato

Spesso, quando un bambino o ragazzo decide di intraprendere un percorso a livello sportivo, lo fa cercando di seguire le orme di quelle figure che sono riuscite a lasciare un’impronta più unica che rara, diventando fonti di ispirazione per i giovani.

Basti pensare a Diego Armando Maradona nel calcio, a Michael Jordan e Kobe Bryant nel basket, a Roger Federer nel tennis, a Michael Schumacher nella Formula 1, Valentino Rossi nella MotoGP ecc ecc.

Proprio il nove volte campione del mondo di Tavullia, ritiratosi dalle corse circa un anno fa, nel 2014 decise di creare una sorta di scuola, la Academy VR46, nata con l’idea di formare e sviluppare potenziali nuovi campioni, ed i risultati sono stati ottimali visto che, oltre a creare una vera e propria scuderia (la Sky Racing Team VR46, poi diventata Mooney VR46 Racing Team), sono stati tanti i piloti che sono riusciti a lanciarsi nel mondo delle due ruote dopo aver vissuto questa esperienza.

Uno di questi, è Francesco Bagnaia il quale, dopo la vittoria del titolo conquistata nella categoria 250 nel 2018, proprio con il team di Rossi, è approdato in MotoGP, guidando per i primi due anni la Ducati del Team Pramac Racing. Nel 2021, arriva il passaggio alla scuderia ufficiale della rossa di Borgo Panigale, in una stagione nella quale Pecco incomincia a dare dimostrazione delle sue abilità, vincendo quattro gran premi e chiudendo in classifica secondo alle spalle del pilota della Yamaha Fabio Quartararo.

L’anno successivo, il campionato inizia decisamente in salita per Bagnaia, che dopo dieci gare, esattamente a metà stagione, si ritrova con un distacco di ben novantuno punti dal francese, il quale già pregustava l’idea del secondo titolo consecutivo. Da quel momento, però, inizia la rimonta da parte di Pecco, che con quattro vittorie di fila ed un secondo posto si riavvicina al pilota di Nizza.

Poi, arriva il ritiro in Giappone, ma proprio questo “scivolone” fa venire fuori il carattere combattivo del ducatista, che nel terz’ultimo appuntamento della stagione, quello di Phillip Island, opera il sorpasso ai danni di Quartararo, aumentando a ventitré i punti di vantaggio grazie al successo di Malesia, un gap importante in vista dell’ultimo Gran Premio di Valencia. In Spagna, nonostante la tanta tensione, Pecco disputa una gara intelligente, senza correre rischi, e, dopo ventisette giri taglia il traguardo in nona posizione, laureandosi per la prima volta in carriera, in MotoGP, campione del mondo, a tredici anni di distanza dall’ultimo successo di un italiano, quello di Rossi nel 2009.

Bagnaia, inoltre, torna a far sventolare i colori della nostra nazione e lo fa alla guida di una scuderia italiana, la Ducati, cosa che non accadeva dal 1972, quando ci riuscì Giacomo Agostini con la Mv Agusta. Una vera impresa quella compiuta dal pilota di Torino, che pur non essendo un “fenomeno” come Rossi o Agostini, è riuscito a lasciare la sua impronta, e per questo potrà essere fonte di ispirazione per le generazioni future.

 

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