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Quarant'anni, un metro

Quaranta anni e un metro rappresentano unità di misura, temporale e fisica, che possono essere infinitamente grandi o piccole, nello sport possono rappresentare il limite tra vittoria e sconfitta.

Quaranta anni sono un lasso di tempo infinito, nello sport, un periodo durante il quale una disciplina sportiva vede abbattere record su record, portando sempre più in avanti i limiti umani, trasformandosi essa stessa, trovando nuovi protagonisti. Un metro è una distanza quasi infinitesimale, il saltello di un bambino, al tempo stesso può essere l'unica distanza a disposizione per scrivere la storia. Quarant'anni sono trascorsi dall'ultima medaglia d'oro conquistata nei tuffi, un metro è dovuto bastare a Tania Cagnotto per conquistarla, superando le imbattibili rivali cinesi.

L’ultimo trionfo nei tuffi risaliva ai mondiali di Cali, in Colombia, quando Klaus Dibiasi centrò il successo, però dai 10 metri, una distanza più lunga, in cui un l’atleta può esprimere tutta la sua potenza. Quel tuffo nell’oro non aveva più ricevuto repliche, gli anni si sono accumulati agli anni, coprendo con una patina di polvere il prezioso metallo. Per quarant’anni, appunto, fino al tuffo della Cagnotto: non nella calda Colombia, stavolta, ma a Kazan, lontana capitale della regione del Tatarstan in Russia

Tania ha cercato, e trovato, il suo trionfo su una distanza quasi effimera, che richiede capacità di controllo del proprio corpo non comuni: non a caso in questa specialità eccellono le asiatiche, generalmente minute fisicamente, capaci di sfruttare il breve spazio meglio di altre per trasformasi in libellule in volo prima di bucare in maniera aggraziata la massa liquida, che le accoglie quasi fosse un grembo materno. Le cinesi sono le più brave di tutte, la vittoria era diventata quasi un'ossessione per Tania, questa, forse la sua ultima occasione.

La vittoria in questa competizione era diventata un fantasma da esorcizzare per la leggiadra bolzanina, a sua volta figlia d’Italia ma in una terra di confine, una ossessione non appagata dalle tante vittorie disseminate nella sua carriera. Mancava questo oro, finalmente è arrivato.

Il destino e la tenacia di questa piccola atleta hanno permesso di raggiungere l'obiettivo: il salto sul trampolino ha ampliato la distanza, il controllo del corpo è stato perfetto, non era azzurra l’acqua della piscina che le ha spalancato le braccia ad accoglierla, vincitrice, ma una distesa d'oro liquido, una dolce vasca di miele, che ha trasformato in epica la sua impresa e annullato, con un solo tuffo, quarant'anni di attesa.

 

 

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