slogan

Italian Bulgarian English French German Macedonian Maltese Romanian Russian Spanish

Panchina d'oro, podio olimpico

Ricevere un premio regala sempre sensazioni gratificanti, è il giusto riconoscimento del proprio lavoro e della propria abnegazione, dei sacrifici che si sono posti in essere per raggiungere un traguardo.

Ne esistono vari, ambitissimi nei vari settori lavorativi: dal premio "Pulitzer" per il giornalismo ai vari "Nobel" che premiano soprattutto il mondo della cultura, all'"Oscar" che è il massimo riconoscimento per chi fa cinema, e proprio in queste ore festeggiamo Paolo Sorrentino e Tony Servillo per il trionfo con il loro "La grande bellezza". Anche lo sport ha i suoi premi e riconoscimenti, uno dei più ambiti in Italia è la "Panchina d'oro" che va al tecnico meritevole per la stagione precedente a quella di assegnazione. È un premio particolarmente desiderato perché viene assegnato in base ai voti degli stessi addetti ai lavori, cioè gli allenatori delle altre squadre, perciò chi lo riceve si sente ancor più gratificato perché vede il suo lavoro riconosciuto migliore dai suoi stessi colleghi. Se si esalta chi vince poi, comunque non si può sottacere anche chi si piazza: in pratica, si potrebbe paragonare il podio di questo premio ad un podio olimpico dove, in genere, si considera vincente anche chi arriva secondo o terzo. Perciò onore ad Antonio Conte, giustamente premiato per la quasi trionfale stagione alla guida della Juventus, ma senza trascurare il secondo posto di Vincenzo Montella, artefice con la sua Fiorentina, forse, di una versione calcistica esteticamente tra le più belle. In Serie B premio a Eusebio Di Francesco che ha portato nella massima serie il Sassuolo, che ha potuto abbinare la gioia della vittoria al suo ritorno in panchina dopo l'esonero, sottolineando il piazzamento di Andrea Mandorlini che tanto bene ha fatto e sta facendo a Verona. In Prima Divisione il premio è andato a Roberto Boscaglia, artefice di un vero miracolo alla guida del Trapani, e proprio perché di miracolo si è trattato ha avuto la meglio su Massimo Rastelli, che ha guidato con sagacia e sicurezza l'Avellino, forse più avvezzo a certi prosceni, nella serie cadetta; per la Seconda ha vinto Paolo Indiani, allenatore del Pontedera, che ha preceduto Carlo Perrone che aveva guidato la Salernitana. Questo quelli che hanno vinto in campo, poi questo premio si arricchisce anche dei premi di menzione, come quello speciale a Carlo Menichelli, CT della Nazionale di calcio a cinque campione d'Europa, o quello assegnato alla Nuova Quarto Calcio, squadra assurta a simbolo della lotta alla camorra, per sancire la vicinanza sempre stretta tra mondo dello sport e problematiche sociali.

 

 

(C) RIPRODUZIONE RISERVATA