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Bilancio mondiale

Road to glory

E’ in dirittura di arrivo la chiusura della prima fase del Mondiale, due giornate della fase a gironi ci hanno regalato sorprese in quantità, ma soprattutto bel gioco, partite intense e mai scontate, indipendentemente dal valore delle contendenti.

Le sorprese maggiori sono venute dalle escluse eccellenti, naturalmente, squadre blasonate che non hanno avuto nemmeno la capacità di arrivare a giocarsi tutto nell’ultimo turno. In primis la Spagna, naturalmente, con i campioni di tutto che hanno mostrato la corda di una condizione psico fisica e di un gioco ormai da rinnovare in alcuni concetti base; anche l’Inghilterra, nel girone dell’Italia, ha continuato a deludere, qualcosa in più ci si aspettava dalle africane e dalle asiatiche. Bene le sud americane, con Cile e Colombia che hanno confermato i loro progressi e rilanciato le loro possibilità di vittoria finale (non sembri blasfemo,  questi hanno orgoglio e coraggio da vendere), ottima la qualità espressa da Francia e Olanda, capaci di un gioco brioso che va valutato nel tempo, quando l’inevitabile fatica inizierà a farsi sentire.

Abbastanza folto il plotone di “color che son sospesi”, nazionali che hanno offerto prove contraddittorie nell’arco delle due giornate sinora disputate e che vivranno una terza delicata, vicino all’eliminazione come al passaggio del turno, e tra queste la vessillifera può essere considerata sicuramente la nostra Italia. Dopo una prima partita abbastanza convincente (ma soprattutto vincente) contro l’Inghilterra, con il trasformismo tipico del nostro calcio, contro la Costa Rica abbiamo offerto il peggio di noi stessi, con l’inevitabile sconfitta. Sul banco degli imputati, ovviamente, il CT, Cesare Prandelli, per alcune scelte cervellotiche (Thiago Motta in campo al posto di Verratti) e una gestione della gara con sostituzioni ancora più indecifrabili (Cassano per lo stesso italo-brasiliano), ma tutti gli Azzurri hanno mostrato la corda di una condizione approssimativa che non fa presagire nulla di buono in vista dell’ultima gara-spareggio contro l’Uruguay, a sua volta risollevatasi grazie alla doppietta di Luis Suarez contro gli inglesi. Difficoltoso il cammino dei padroni di casa del Brasile, con un gioco poco convincente e poco prolifico che al momento non convince sul ruolo di favoriti degli auriverde.

Appesa ad un filo resta anche la qualificazione del Portogallo di “Sua Maestà” Cristiano Ronaldo: solo un guizzo all’ultimo secondo ha permesso il pareggio di Varela contro gli Stati Uniti che tiene accesa la fiammella, invero flebile, della speranza. È passata a gonfie vele l’Argentina, gli albiceleste sono stati tutt’altro che convincenti, però hanno dimostrato di possedere quel fuoriclasse, Lionel Messi, capace di sbloccare le gare più ostinate in qualsiasi momento, e anche al culmine di prestazioni anonime: è quanto accaduto contro l’ottimo Iran, e la cosa ci ha ricordato tanto quelle edizioni dei platensi del 1986 e, soprattutto, del 1990, quando Diego Maradona prese per mano i suoi portandoli fino alla finale.

 

 

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