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Il vero Mondiale

Road to glory

Si è chiusa la prima fase del Mondiale, quella a gironi, che dopo quarantotto partite ha portato all’eliminazione di sedici squadre. Non è stata, come altre volte, una fase scontata, quasi inutile, perché tutte le gare sono state avvincenti, ben giocate ed equilibrate, e alla fine numerose sono state le sorprese.

Ha iniziato la Spagna, campione di tutto, ma incapace di superare il girone; agli iberici si sono man mano accodati l’Inghilterra sempre incompiuta, il Portogallo di un acciaccato Cristiano Ronaldo, la nostra Italia. Esce distrutto e azzerato il nostro calcio da quest’avventura, vittima di tanti mali ed errori di cui quelli del CT Cesare Prandelli sono solo i più evidenti, ma che hanno un’origine profonda e rischiano, se non risolti, di minare per davvero, stavolta, la stabilità ed il futuro di tutto il sistema. Si è chiusa questa prima fase, quindi, si può dire che ora, con l’eliminazione diretta, inizi il vero mondiale, quello più affascinante e drammatico, con partite senza appello che, a ritmo serrato, ci porteranno fino al tredici luglio, quando rimarranno solo due squadre a contendersi il titolo di campione del mondo.

Dopo quanto visto nella prima parte del torneo, favorito d’obbligo continua ad essere il Brasile, padrone di casa e che si giova delle prestazioni e delle reti di un decisivo Neymar, ma che si ritroverà un cammino irto di ostacoli e difficoltà fino alla finale, ad iniziare dal match degli ottavi che vedrà i verdeoro opposti al Cile. Fiera la rivalità tra le due squadre, gli andini si presentano stavolta con le carte in regola per cercare di fare un fragoroso sgambetto ai rivali, ambiziosi e competitivi al punto giusto per puntare anche all’obiettivo grosso. Non meno interessante la sfida tra Colombia e Uruguay, altro derby sudamericano: per i primi si può fare lo stesso discorso che per il Cile, i secondi hanno “giustiziato” l’Italia ma perdono un bel po’ di competitività causa l’assenza di Luis Suarez, bomber tanto prolifico quanto troppo avvezzo a cedere ai propri istinti “cannibaleschi”. La prima volta di due africane alla seconda fase, Algeria e Nigeria, vedrà misurare le loro velleità contro due europee candidate al titolo, la solida Germania per i maghrebini e la spumeggiante Francia per le Supereagles. Nella seconda parte del tabellone spicca il confronto tra Olanda e Messico: gli oranjie si fanno preferire per esperienza e qualità di giocatori, ma i centramericani promettono di vendere cara la pelle per continuare a dimostrare quanto di buono stanno facendo, a partire dalla vittoria ai Giochi Olimpici. L’Argentina è la favorita di questo lato del tavolo, con un Lionel Messi che si sta rivelando finalmente decisivo anche con la maglia albiceleste e che pare voler ripercorrere le orme del suo più illustre predecessore, Diego Armando Maradona. Di interesse anche il match tra Costa Rica e Grecia, per vedere quale delle due potrà continuare a fregiarsi del titolo di vera sorpresa del torneo, mentre una tra Belgio e Stati Uniti dovrà abdicare dal ruolo di outsider. 

 

 

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