slogan

Italian Bulgarian English French German Macedonian Maltese Romanian Russian Spanish

Disfatta auriverde

Road to glory

Esiste una sindrome nel calcio temuta da ogni calciatore: la sindrome della goleada. È una situazione che ti può prendere in qualsiasi match, può ghermire le capacità di qualsiasi team, anche il più forte ed il più temprato. Una vera psicosi collettiva.

Quando colpisce paralizza gli arti di tutte le vittime: il blocco è totale, si finisce completamente in balìa degli avversari, non consente alcun tipo di reazione. Ogni rete subita ha l'effetto di un devastante uppercut, il fiato si spezza se allo stomaco, gli occhi si appannano di lacrime e sangue se sul volto.

È quanto accaduto al Brasile nella semifinale del suo mondiale, quel mondiale da vincere per sfatare soprattutto il tabù del Maracanaço del 1950, mito negativo che ha finito per paralizzare i calciatori cariocas. Per la verità, i sintomi nascosti del tracollo si erano evidenziati sin dalla prima gara, e vanno al di là dell'assenza di Neymar e Thiago Silva, i giocatori migliori, la cui mancanza forzata nell'undici di partenza ha finito per acuire le paure dei brasiliani.

Polemiche molto poco brasiliane sparse qua e là lungo il torneo, il rigore cercato con la costanza di chi sa di non avere altri mezzi a disposizione, l'inno cantato a squarciagola anche oltre la fine dell'accompagnamento musicale che assume un significato diverso da quello del normale caricarsi prima di una gara: nascondeva la paura, il peso della responsabilità, il terrore di un'impresa che, nel loro cuore, gli auriverde sentivano più grande delle loro possibilità.

Sfortuna poi ha voluto che di fronte, nel penultimo atto del mondiale, si trovassero la Germania. I tedeschi sono conosciuti come panzer per la loro capacità di giocare sempre al massimo, senza mai fermarsi, abbattendo qualsiasi ostacolo. Sublimando la loro stessa storia, che li vuole spesso tra le prime quattro, questa volta più che mai hanno visto le loro muscolose gambe trasformarsi in inarrestabili cingoli, la loro volontà di acciaio più forte di qualsiasi avversità, macinando senza pietà ogni velleità brasiliana. Sette volte sono andati a segno i tedeschi, un'impresa mai vista a questi livelli, una disfatta brasiliana che ci vorranno anni perché possa essere assorbita. Dopo il 1950 fu Moacir Barbosa, il portiere di quel Brasile, a portare il peso della colpa di quella sconfitta; dopo questa clamorosa disfatta, tutta la squadra brasiliana porterà imperituramente il peso di questa sconfitta. Peri ironia della sorte, a Belo Horizonte, si offusca l'orizzonte della gloria brasiliana...

 

 

 

(C) RIPRODUZIONE RISERVATA