slogan

Italian Bulgarian English French German Macedonian Maltese Romanian Russian Spanish

Ultimo atto

Road to glory

Il Mondiale brasiliano giunge in fondo al suo percorso replicando, all’ultimo atto, la gara più disputata di sempre in finale.

È stato un viaggio tortuoso e opposto quello che ha portato le due nazionali a questo scontro: per i teutonici si è trattato di un crescendo di gioco iniziato con il pokerissimo inflitto al Portogallo di Cristiano Ronaldo che già ne faceva intuire il percorso vincente, culminato con l’ancor più pirotecnica, e clamorosa, vittoria contro i padroni di casa del Brasile in semifinale (uno storico sette a uno); per i sudamericani è stato, invece, la proposizione di un gioco piuttosto monocorde, culminato con la noiosa semifinale contro l’Olanda risolta ai tiri di rigore, con poche punte di spettacolo e tutte proposte da Ángel di María, lì dove tutti si aspettavano Lionel Messi, che si è acceso solo a intermittenza, anche se nei momenti decisivi, autore, finora, di quattro reti.

Resta un bel rebus cercare di capire chi è più favorito rispetto agli altri: per il gioco proposto e per la potenza, a tratti terrificante, dimostrata gli uomini di Joachim Löw si farebbero preferire, però quest’Argentina, guidata in maniera anonima da Alejandro Sabella, somiglia troppo a quella di Diego Armando Maradona, furba, cinica, anche cattiva, che ebbe a suo tempo proprio nei tedeschi gli antagonisti più formidabili.

 

Tra Germania e Argentina è un conto aperto da tanti scontri, ma che si focalizza soprattutto su due, entrambi nell’era Maradona per l’Argentina e in quella di Franz Beckenbauer CT per i tedeschi. È il 1986, a Città del Messico, nel monumentale Estadio Azteca che Maradona coronò il suo sogno di vincere il Mondiale, non prima di aver dovuto soffrire e lottare contro i teutonici, capaci di pareggiare con Karl Heinz Rummenigge e Rudi Völler l’iniziale doppio vantaggio di Josè Luis Brown e Jorge Valdano, prima dell’illuminazione del Pibe per Jorge Burruchaga che siglava il gol per la vittoria. Trascorrevano i canonici quattro anni, di nuovo alla finale del mondiale di casa nostra, Italia 90, come se nessun valore calcistico fosse cambiato nel frattempo, si ritrovarono di fronte le due nazionali all’ultimo atto, ancora con Maradona in campo e Beckenbauer in panchina. Al culmine di una gara brutta e polemica, stavolta la vittoria arrise agli europei grazie ad un generoso rigore trasformato da Andy Brehme, ora, dopo ventiquattro anni, la Storia si ripete.

Di nuovo Argentina e Germania di fronte per stabilire chi è la più forte del mondo, in un match che può quasi considerarsi una bella dopo la parità precedente, a siglare il momentaneo vantaggio di una sull’altra. Noi potremo essere solo spettatori dell’evento, in attesa di tempi migliori (?), sperando di assistere ad uno spettacolo degno della finale di un Campionato del Mondo.

 

 

(C) RIPRODUZIONE RISERVATA