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La tenacia e la pazienza

Nel corso di una stagione sportiva arriva sempre il momento in cui si verifica lo scontro diretto, il confronto che, per il cammino dipanato nel corso del torneo, mette di fronte le due squadre in competizione per vincere.

Raramente esso ha riguardato più di due formazioni, più spesso è capitato che dal suo esito ne abbiano potuto approfittare le concorrenti più vicine. Da due stagioni a questa parte nel campionato italiano di calcio questa situazione riguarda due sole squadre, la Juventus e la Roma, in un duello di spagnoleggiante memoria. I giallo rossi, con sempre Francesco Totti sugli scudi, ma con in organico anche altri campioni come Pjanić, Florenzi, Gervinho, De Rossi, sotto la guida sicura di Rudi Garcia, con la tranquillità societaria della proprietà statunitense, hanno acquisito una consapevolezza che li ha portati al vertice del calcio italiano, l’ultimo gradino da salire è quello di spodestare proprio la Juventus.

Dei bianco neri c’è poco da dire: l’ultimo triennio vincente non ha fatto che esaltare un’indole ben rappresentata dal corposo palmares, cromosomica, vedere i torinesi lassù a difendere il loro trono via via da avversari sempre diversi, seppur agguerriti, è quasi la normalità, a volte (spesso) la difesa riesce, altre (più raramente) meno, di sicuro rappresentano sempre l’avversario da dover superare per agguantare lo scettro del vincitore. Spesso si sente dire che questo tipo di match, così precoci, non sono decisivi: dissentiamo. È vero che siamo solo alla sesta giornata di andata, ma come andrà considerato il quadro psicologico di chi eventualmente perderà, che influssi benefici potrà avere l’esaltazione in chi vincerà, se ci sarà un vincitore? Non avrà alcun tipo di influenza solo in caso di pareggio.

Le due contendenti arrivano al duello diretto pari in tutto e nelle medesime condizioni fisiche, entrambe reduci dall’impegno europeo, con la Roma pimpante per il bel punto conquistato in terra d’Albione, casa Manchester City, e per il record di marcatore più longevo in Champions League del suo immenso Capitano, un po’ più depressa la Juventus per la sconfitta di Madrid sponda Atletico, più per la timidezza ormai più che sospetta di Chiellini e compagni in Europa che per la forza, non mostrata, degli spagnoli, depressione attutita dal fattore campo, giocandosi allo “Stadium”.

Di certo ci arrivano per strade tecniche differenti, con la solita tenacia i bianco neri, meno furoreggiante nel passaggio da Conte ad Allegri; con un gioco più paziente i giallo rossi, frutto della consapevolezza di poter vincere in qualsiasi momento e contro chiunque. Al di là del risultato, l’augurio di assistere ad una partita degna dei grandi match europei, sicuri, questo sì, che il duello sarà ancora lungo. 

 

 

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