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Regine di Coppa?

Affronta gli ultimi tornanti la stagione del calcio europeo, la disputa dell'andata dei quarti di finale dà inizio a quell'ultima scrematura che porterà solo due squadre, per ogni coppa, a contendersi il titolo di regina e di sua ancella.

La scrematura di cui sopra, iniziata nei gironi e continuata negli ottavi (e sedicesimi di Europa League), ha portato avanti il calcio italiano come ormai non accadeva da tempo. Vero che la sola Juventus è rimasta a rappresentarci nella coppa più importante, la Champions League, ma la massiccia presenza azzurra in Europa League autorizzava a sperare in una vittoria che manca da ormai troppo tempo.

 

Andati avanti trionfalmente i bianconeri che superavano il Borussia Dortmund in Champions, nell’ex Coppa Uefa si fermavano l'Inter (per la sua dabbenaggine), il Torino poco fortunato contro lo Zenit S. Pietroburgo e una sconcertante Roma nel derby contro la brillante Fiorentina. Assieme ai viola avanzava il Napoli, che pochi problemi incontrava contro la Dinamo Mosca.

 

I quarti di andata hanno regalato speranze ai bianconeri, già fortunati ad affrontare il Monaco (visti nome e blasone delle altre), ma i francesi si sono rivelati ostacolo coriaceo, limitando i danni a Torino al solo rigore (dubbio) trasformato da Vidal, rimandando tutti i verdetti al match di ritorno tra una settimana. Verdetti aperti anche negli altri match di questa coppa, con il solo Barcellona che ha dato spettacolo a Parigi, con la sorpresa di un Bayern annichilito dai suoi stessi errori a Oporto e di un ritorno tutto da godere nel derby di Madrid, risoltosi in questo suo primo tempo in un nulla di fatto.

 

Timori c’erano per le partite delle due italiane nell’altra coppa: entrambe arrivavano a queste sfide non nel loro momento migliore, il Napoli addirittura con una strana atmosfera di smobilitazione, nonostante i proclami di inizio stagione. Il campo, giudice supremo, smentisce in meglio i timori della vigilia: i partenopei giocano la “partita perfetta” in casa del Wolfsburg, dando lezioni di contropiede manovrato a tutta Europa, portandosi avanti nell’opera di qualificazione e candidandosi anche  per la vittoria finale, in questo confortato anche dal fatto di avere in panchina il copetero per eccellenza, Rafa Benitez, che difficilmente sbaglia colpi a livello internazionale. È stata una partita esemplare e, appunto perfetta, che ha visto la conferma del sicuro Andujar tra i pali (con tanti rimpianti a quando languiva in panchina), soprattutto la rinascita di Marek Hamsik, autore di una doppietta, ma efficace a tutto campo, oltre alla grinta del solito Higuain formato europeo e al Gabbiadini, in rete appena entrato, sempre efficace. Una prova superlativa, quella dei partenopei, che conferma l’ottimo momento del calcio italiano nei confronti di quello teutonico, con il Napoli vincente per la prima volta nella sua storia in Germania, a bissare il successo della Juventus a Dortmund, ma che ha lasciato in sospeso anche un paio di interrogativi: come mai non si è riuscito quasi mai a vedere pure in campionato una squadra così (tranne il match di andata con la Roma)? E come ha fatto l’Inter a farsi eliminare da questi tedeschi, apparsi invero poca cosa? Detto del Napoli, non vince nella trasferta nella lontana Kiev la Fiorentina, però i viola dominano gli ucraini e la rete nel recupero di Babacar pone rimedio ad una sconfitta che sarebbe stata una grande ingiustizia.

 

Ora ci aspettano i ritorni, una formalità per il Napoli, ampie possibilità per Juventus e Fiorentina con tutte e tre, se tutto va bene e complice anche un pizzico di fortuna negli accoppiamenti di semifinale, che veramente hanno a portata di scarpini di far ritornare l’Italia a primeggiare in Europa. 

 

 

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