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Siviglia bis in Europa League

Che colore hanno i sogni nel calcio? Una volta, in un calcio di sapore antico, quando la televisione era un optional e non matrigna come ora, erano in bianco e nero, che poi resta ancora il colore dominante nel nostro calcio nonostante ormai la tavolozza si sia ampliata, in virtù dei colori della Juventus che domina incontrastata.

Oggi, che domina appunto il colore, sono forse il rosso e il blu a spiccare sul verde intenso dei campi. Gli stessi colori di Siviglia e Dnipro, finaliste di Europa League, la coppa minore, ma non "figlia di un Dio minore". Due squadre diverse, una forte, favorita, il Siviglia, con il sogno di bissare il successo della scorsa stagione e di diventare la prima squadra a mettere in bacheca per quattro volte questa coppa;  l'altra, il Dnipro, tecnicamente inferiore ma con la voglia di dimostrare di non essere a quest'ultimo atto per caso, e di vincere il suo primo torneo internazionale, regalando una gioia ad una terra martoriata dalla guerra, l'Ucraina.

 

È Varsavia, in Polonia, lo scenario prescelto per questa finale, in un primo tempo scoppiettante è Grzegorz Krychowiak, l'unico polacco in campo con la maglia degli spagnoli, ad iniziare a coronare il suo sogno, di segnare nella sua terra nella partita più importante, pareggiando la rete dell'illusorio, e sorprendente, vantaggio ucraino di Nikola Kalinic. Poi è il colombiano Carlos Bacca a salire in cattedra, portando in vantaggio i suoi una prima volta, poi definitivamente nel secondo tempo, dopo che Ruslan Rotan era di nuovo riuscito a pareggiare sul finire della prima frazione. Un primo tempo scoppiettante e combattuto, quindi, cui ha fatto seguito un secondo altrettanto combattuto ma più controllato, risolto dalla rete di Bacca.

 

Onore al merito ai vincitori, alla fine, ma anche ai vinti che, nonostante le difficoltà di cui sopra, hanno dimostrato che non erano state casuali le eliminazioni, via via, di Olympiacos, di Ajax, di Club Brugge e, in ultimo quella del Napoli. Più lineare il cammino del Siviglia che, dimostrando la sua forza, supera per strada Borussia Moenchengladbach, Villareal nel derby spagnolo, lo Zenit, fino alla Fiorentina, eliminata senza storie.

 

Proprio il nome delle due semifinaliste eliminate, Napoli e Fiorentina, accresce qualche rimpianto, soprattutto nei partenopei, in una stagione dove, comunque e finalmente, anche le squadre italiane hanno capito che non si può snobbare questa competizione. Restano le immagini finali, tipiche di questo tipo di gare, di gioia e tristezza, due ci hanno colpito in maniera particolare: il silenzio spettrale in cui piomba lo stadio festante quando il brasiliano del Dnipro, Matheus, si accascia al suolo per un malore; le lacrime, in panchina, prima di tensione poi di gioia, di Bacca, man of the match in una finale degna, che ha divertito, in cui Davide è  stato all'altezza di Golia. Un'altra iniezione di speranza per la Juventus che si prepara a contendere ai "marziani" del Barcellona, la coppa più  ambita.

 

 

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