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Il ballo delle debuttanti

 

C'è un tratto comune, a volte, che caratterizza gli eventi della vita, situazione verificabile spesso anche nello sport, nel calcio. Sono eventi, in verità, che capitano più spesso di quanto si possa immaginare, ma che assurgono all'attenzione generale quando ci coinvolgono in maniera diretta.

È ancora tanta l'eco suscitata dall'arrivo contemporaneo in Serie A di due debuttanti assolute, e provinciali, Carpi e Frosinone (il Bologna è una nobile decaduta), che ci accorgiamo, buttando uno sguardo in giro per l'Europa che, in questa stagione, è stato un evento abbastanza diffuso. Non si tratta di campionati minori: all'importanza della nostra massima serie possiamo associare la Ligue 1 francese, la Bundesliga tedesca, la Primeira Liga portoghese.

 

Tornei di primissima fascia, quindi, che l'anno prossimo saranno lo scenario per un vero e proprio "ballo dei debuttanti". Nella massima serie francese sono approdati i corsi del Gazelec, squadra proletaria di Ajaccio; nell'omologa tedesca è giunto l'Ingolstadt, che alle spalle ha il colosso automobilistico dell'Audi, essendone quasi la squadra aziendale; ha il sapore dei campi coltivati, la cultura contadina fatta di sudore e lavoro, invece, il Tondela, squadra dell'interno di quella striscia di terra che è il Portogallo.

 

Un ampio ventaglio, come si può leggere, da cui non è escluso nessun ceto sociale, tutti con il comune denominatore della passione per il pallone. Come leggere questo fenomeno, che ha sicuramente riempito di gioia quanti hanno a cuore il solo amore per il calcio, ma allo stesso tempo ha creato più di un'inquietudine in coloro cui interessa solo il business calcistico (Lotito docet)? Non è certo la prima volta, nel corso della sua secolare storia, che piccoli club di provincia riescono ad assurgere ai massimi prosceni calcistici, colpisce, in questo caso, che sia capitato contemporaneamente in tanti campionati importanti.

 

La diminuzione di risorse economiche ha messo in difficoltà molte grandi squadre, abituate a ragionare quasi esclusivamente in termini di budget più che di lavoro e costruzione: potendo disporre di ingenti possibilità, provenienti dall’indotto a dalle televisioni, hanno puntato ad assemblare organici importanti, e costosi, per provare subito a vincere, trascurando l'importanza di avere, invece, un progetto e delle idee su cui lavorare. Un esempio lampante può essere il Real Madrid, vera collezione di grandi giocatori, tutti presi a peso d'oro, ma non per questo vincenti, un esempio diverso può essere quello del Barcellona, squadra anch'essa di grandi campioni, ma molti "fatti in casa", almeno nelle ossatura della squadra, perché poi i costosi Neymar e Luis Suarez li hanno comprati anche loro. Un po’ la stessa filosofia dell'Ajax Amsterdam, cui i catalani possono essere imparentati per la stessa origine ideologica del loro calcio, o del Bayern Monaco e del calcio tedesco in generale, capace di rifondarsi su questa filosofia nell'ultimo decennio, a dimostrazione che anche nelle grandi squadre è possibile ragionare investendo sui settori giovanili e sulle idee, e non solo o esclusivamente sui campioni.

 

In Italia siamo colpevolmente in ritardo, figli di un calcio legato solo ai risultati, che costringe, perciò agli investimenti economici invece che quelli sulle idee. Tranne restare piacevolmente sorpresi quando in Serie A vediamo squadre come Empoli e Sassuolo tenere testa ai grandi squadroni metropolitani con la forza del gioco, o quando vediamo questi ultimi sepolti nell'anonimato della classifica. Il problema è che a molti di questi sono rimasti solo le chiacchiere e un blasone impolverato, incapaci al momento di dare un'inversione al loro cliché, trovandosi perciò in costante difficoltà contro coloro i quali hanno fondato sulle idee, sul lavoro e sul sudore la loro stessa sopravvivenza. Riportando, in altre parole, il calcio alla sua dimensione più originale, soprattutto più vicino al popolo che ne è, poi, il reale fruitore, particolare che spiega anche il grande entusiasmo intorno a queste imprese, che ora conteranno di prolungarsi provando a conquistarsi anche la permanenza nelle massime categorie, sempre facendo di necessità virtù.

 

 

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