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Dominio Viola?

La seconda sosta del campionato causa Nazionale, ci permette di poter fare un bilancio della situazione più concreto rispetto alla prima, venuta ancora all'alba del torneo.

Il panorama che ci offre la classifica disegna una situazione inattesa: dopo quattro stagioni di dominio assoluto, al momento manca il bianco e nero della Juventus dalle posizioni di vertice, perso nell'anonimato della bassa classifica. Situazione prevedibile, secondo molti, visti gli importanti addii estivi, ma con cui concordo molto relativamente: il problema maggiore che ha mostrato la Juventus è un pericoloso senso di appagamento e la improbabile, per loro, spocchia con cui hanno affrontato queste prime giornate, oltre allo stato confusionale palesato da Allegri.

 

Vero i ricambi, e vere le assenze per infortuni, per carità,  ma stride l'atteggiamento dei torinesi mostrato in campionato, appunto molli e supponenti, con quello mostrato in Champions League, arrembante e determinato. È questo che ha fatto la differenza finora nel rendimento in campionato, per un organico che resta, a nostro avviso, ancora il migliore del lotto.

 

Posizionate un po’ meglio, entrambe vincenti nello scontro diretto con gli juventini, le pretendenti designate, la Roma e il Napoli del new deal. In realtà,  entrambe queste compagini vivono di problemi strutturali che ne minano la continuità,  riuscendo, almeno per ora, a non avere il passo della dominatrice, con soprattutto i capitolini ancora una volta vittime di se stessi e di un non facile ambiente; per i partenopei pare superato l'apprendistato del metodo Sarri e sembrano avviati ad una sontuosa avventura, le cui premesse potrebbero essersi viste contro il Milan.

 

Niente di nuovo, invece, sotto la Madunina: sembrava potesse essere l'anno del riscatto per Inter e Milan, non inganni la pur buona classifica, almeno dei nerazzurri, perché quanto visto sul campo, finora, mostra che il ritorno in auge è ancora lontano. La squadra di Mancini, pur occupando le prime posizioni, mai ha dato la sensazione di avere un gioco vincente, riuscendo a far proprie le prime cinque gare contro avversari di medio basso livello con molta fatica, salvo cedere di schianto di fronte al primo avversario alla sua altezza (la Fiorentina). Quella di Mihajlovic, nonostante un miglioramento nell'approccio, mantiene la linea di mediocrità vista nelle ultime stagioni, in cui un peso specifico offensivo di prim'ordine (Bacca, Luiz Adriano, Balotelli) è spesso reso inutile dalla solita, inadeguata, fase difensiva, come ha ampiamente dimostrato l'ultimo match contro il Napoli, in cui Insigne e compagni hanno maramaldeggiato al "Meazza" dominando in lungo e largo.

 

Con le grandi ancora sonnecchianti, perciò, ci ritroviamo una classifica che vede al primo posto la convincente Fiorentina di Paulo Sousa, depositaria, insieme al Sassuolo in crescita, del miglior gioco visto in questo scorcio di stagione, con l'Inter seconda tallonata dalla Lazio che, pur soffrendo, si mantiene al vertice. L'incognita resta vedere la tenuta di queste squadre quando i valori delle grandi designate verranno definitivamente fuori. Convincente anche quanto fatto finora dal Torino, che si dimostra inquilino ormai stabile delle prime posizioni, continuità vista anche nel Genoa, pur smontato e rimontato, di Gasperini, mentre a sorpresa ritroviamo a queste sublimi altezze l'Atalanta del concreto Reja. Tutto come previsto in coda, con Frosinone e Carpi che pagano lo scotto del noviziato, ma hanno il carattere di chi è pronto alla lotta per salvarsi, caratteristiche, del resto, anche di Udinese, Verona e Bologna, che più della permanenza non sembrano destinate ad ottenere.

 

 

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