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Primo bilancio: Juventus giù

Dieci giornate di campionato rappresentano la cifra giusta per fare un primo bilancio concreto della situazione nella nostra Serie A, con l'avvertenza di trovarci di fronte a numeri ancora molto parziali e con una situazione in estrema evoluzione.

Questo limite temporale ci presenta un'unica, grande, novità, l'assenza della Juventus dalle posizioni di vertice, per molti una situazione annunciata (e sperata...), probabilmente inattesa in queste proporzioni, in ogni caso sorprendente nelle sue dinamiche.

 

Le quattro sconfitte maturate in questo breve lasso di tempo fanno già pensare ad un abbandono dei bianconeri alla lotta per lo scudetto, con il primo posto lontano undici punti e con un numero notevole di agguerrite concorrenti, troppe, da dover superare. Il campionato respira, dunque, un'aria nuova dopo quattro anni di dittatura juventina, ma la domanda che ci siamo posti è: sono veramente migliorate le altre o è solo peggiorata la Juventus? La classifica attuale è figlia di entrambe queste situazioni, il cambiamento fondamentale è proprio nel peggioramento dei torinesi, perché le squadre ai primi posti hanno avuto miglioramenti quasi insignificanti.

 

Detto, quindi, che i bianconeri accusano un saldo negativo di meno tredici rispetto ai venticinque punti dopo lo stesso numero di giornate, analizziamo un momento le altre. La classifica attuale è guidata dalla Roma, antagonista per il primato anche nella scorsa stagione, però i giallorossi nello stesso periodo di tempo hanno conquistato un solo punto in più. Il Napoli, altra candidata designata allo scudetto, sta mantenendo il pronostico, il suo miglioramento è di tre punti, il gioco dei partenopei, però, premia l'investimento sulle idee e sul gioco di Maurizio Sarri e dà la sensazione di ulteriori margini di miglioramento. Fiorentina e Inter hanno avuto un notevole incremento di punti rispetto all'anno scorso, a sorpresa ne hanno beneficiato soprattutto i viola, con un più  10, mentre per i nerazzurri si registra un "logico" (peggio non potevano andare) più sei.

 

Notevoli anche i miglioramenti di Genoa e Sassuolo (più sette), in pareggio il Torino e il Milan, con questi ultimi ancora lontani dai fasti del passato e in ritardo nel recupero rispetto ai cugini. Cifre e numeri estremamente indicativi, che ci fanno capire che la classifica attuale è frutto soprattutto del peggioramento della Juventus più che del consistente miglioramento delle altre, almeno di quelle pronosticate per la vittoria finale. Era uno dei punti che avevamo sottolineato anche in sede di pronostico: il nemico dei bianconeri era soprattutto in loro stessi e nel loro (anche naturale, per carità) senso di appagamento, la rosa si è impoverita non negli uomini, ma nello spirito che incarnavano coloro che sono andati via: impensabile credere che con Vidal, o Tevez, o Pirlo in mezzo al campo si sarebbe vista una squadra a tratti molle o svagata come quella osservata per larghi periodi in queste dieci giornate.

 

È la voglia di lottare che è andata via, lo ha detto anche Buffon, lo rimarca la differenza di prestazione che la squadra offre tra campionato e Champions, tanto superficiali e supponenti nel primo quanto feroci e determinati nella seconda. Poi, ci si può appellare alla sfortuna, agli errori di Allegri (ci sono stati, Padoin centrale grida ancora vendetta...), all'involuzione di Pogba, ai tanti infortuni (ma qui qualcosa non quadra), tutte ragioni valide ma che, se fosse ancora vivo lo spirito della vera Juventus, sarebbero considerati solo dei fastidi superabili.

 

 

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