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Perchè vogliono rubarci i nostri sogni?

Perché vogliono romperci il giocattolo? Perché ci rubano i sogni? Sono queste le domande che imperversano nella nostra mente alla luce degli ultimi scandali che hanno colpito il mondo del calcio.

Dove non bastassero quelli a ripetizione che sconvolgono il nostro mondo della pedata, ci accorgiamo che anche l'aria rarefatta che dovrebbe avvolgere il vertice della piramide del calcio internazionale è inquinata dai miasmi della corruzione. Niente che non si immaginasse già, per la verità, ma pur avendo il sentore di certe nefandezze, non si può non restare colpiti nello scoprire che l'immaginato è realtà. L'arresto, su mandato statunitense, di alcuni alti funzionari della Fifa alla vigilia delle elezioni per la presidenza, sorprende, scoperchiando un vero pentolone del diavolo. Non sorprende, invece, che questi alti funzionari rappresentino federazioni apparentemente minori: chi ha un poco di infarinatura su quella che è la struttura politica del massimo organismo calcistico mondiale sa che proprio questi portano voti, e al tempo stesso sono anche i più "manovrabili".

 

Apparentemente, almeno al momento, ma con indagini ancora in corso, pare che il presidente, Joseph Blatter, il "grande burattinaio", sia ancora esente da colpe, anche se a questa sua illibatezza sono ormai veramente in pochi a credere. Blatter ha quasi ottanta anni, è alla guida della Fifa dal 1998, nonostante tutto è stato rieletto per il quinto mandato, ne è stato segretario dal 1981, un periodo di tempo infinito, in cui ha avuto la capacità di far crescere la federazione in maniera abnorme, con numeri superiori addirittura a quelli dell'ONU, soprattutto con un bilancio di svariati miliardi di dollari. Cifre quasi incredibili che ne fanno un reale detentore del potere.

 

Quel potere che è la vera ossessione di Blatter, che ha esercitato ed esercita in tutti i modi, una bramosia che è diventata degenerazione. La stessa che ha colpito altri personaggi simili di cui è piena la storia, trasformando l'esercizio in una vera e propria dittatura. Al netto della loro tragicità, in questa corsa a considerarsi quasi un dio, capace di decidere su destini di altre persone, in cosa il buon Sepp, si può considerare diverso dai tanti dittatori che hanno attraversato la storia (da Adolf Hitler a Benito Mussolini, da Stalin a Pinochet a Pol Pot, per restare a qualche esempio recente) al netto della tragicità degli eventi che hanno accompagnato le gesta di questi ultimi? Può sembrare un paragone quantomeno azzardato, ma il modo di fare resta lo stesso.

 

Ha creato un regime totalitario, incruento, ma la cui finalità è la stessa che inquadra ogni regime: potere assoluto, controllo totale, annichilimento di chi si oppone, con la violenza in genere, con la corruzione in questo caso, con buona pace della democrazia. E anche con la vendetta, perché di certo quanti si sono dimostrati contro all’elezione, dovranno temerne le ritorsioni, sinistramente evocate dal suo “non dimentico…”. Non sappiamo se Blatter sia coinvolto in quest'ultimo scandalo, per la posizione che occupa, e che ha riconquistato, per i comportamenti, non riusciamo a credere ad una sua estraneità nell'assegnazione "taroccata" dell'organizzazione dei Mondiali alla Russia nel 2018 e all'improbabile Qatar nel 2022, sempre per restare ai soli esempi più recenti. C'è voluta l'FBI americana per portare alla luce questi misfatti, in virtù di una legge internazionale che permette loro di perseguire anche in altre nazioni quanti hanno compiuto azioni criminose sul loro suolo.

 

C'è ancora da chiedersi, allora: se le corruzioni non fossero state portate a compimento attraverso Stati Uniti, per quanto tempo ancora sarebbe andato avanti questo andazzo? E quante volte è già avvenuto in precedenza? Speriamo, poi, che questa situazione non degeneri in qualcosa di più grosso, visto che la Russia, per difendere la sua assegnazione, non ha esitato ad accusare gli Stati Uniti di abuso di potere, riportandoci a vaghi, ma inquietanti, sentori di vecchia Guerra Fredda. Potere del calcio, comunque metafora della vita, e non il contrario, come qualcuno vorrebbe far credere. Resta, infine, l'interrogativo di partenza: perché vogliono rubarci i nostri sogni?

 

 

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