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La Prima Repubblica del Calcio

Ma cosa sta succedendo al calcio? Cosa sono questi continui scandali che stanno venendo fuori e travolgendo tutti, come un mare tenuto troppo tempo imbrigliato da una diga che si è, alla fine, rivelata di paglia?

Non parliamo di quelli “soliti” del calcio scommesse, fenomeno al momento soprattutto italiano, che coinvolge direttamente gli addetti ai lavori, figlio degenere della deriva dovuta alla trasformazione del fenomeno sportivo in business. Parliamo di quelli che coinvolgono coloro che questo calcio dovrebbero gestirlo, dirigerlo, ma che si stanno rivelando tristi approfittatori delle passioni altrui. Prima abbiamo avuto le esternazioni di Carlo Tavecchio, presidente della nostra Figc; poi abbiamo dovuto subire l’invadenza, dialettica e non solo, di Claudio Lotito, che ha più volte dimostrato con i fatti e le parole nemmeno tanto velate di essere il vero “padre – padrone” del calcio nostrano; infine le uscite sessiste di Felice Belloli, neo eletto presidente della Lega Nazionale Dilettanti, che hanno intristito soprattutto per la pochezza culturale mostrata in questo frangente.

Tutto questo, e già potrebbe ampiamente bastare, è passato quasi in secondo ordine quando è venuta fuori la storia delle corruzioni dei vertici della Fifa, il massimo organismo calcistico mondiale, che hanno finito per travolgere lo stesso presidente Sepp Blatter, costretto alle dimissioni appena quattro giorni dopo essere stato eletto. Per ritornare ai patri confini, e per restare sulla scia, grave, degli scandali di natura economica, ultimo in ordine di tempo l’accusa di truffa fraudolenta per cui è indagato il presidente del Comitato Regionale Campano, Enzo Pastore, e che potrebbe non lasciare troppo tranquilli altri personaggi alla guida del calcio di base, tra l’altro anche il più genuino, che copre l’intera penisola.

Tutta la “bellezza” sopra per fare una sintesi degli scandali piccoli e grandi che stanno travolgendo chi governa il mondo del pallone, a vario livello, tra l’altro senza farsi mancare nulla: dalle intemerate dialettiche alle truffe, ai veri e propri atti criminali. Bisogna fare un piccolo inciso per quanti, e sono la stragrande maggioranza, seguono il calcio con passione, ma non conoscono questo variegato mondo alle spalle del semplice fenomeno sportivo: tutto quanto sta avvenendo non ci sorprende, è solo un pentolone che inizia ad essere scoperchiato ma, temiamo, contenga altre nefandezze sul tipo già descritto, se non peggio.

Del resto: le parole dette da Tavecchio (l’ormai famoso Optì Pobà) le hanno sentite tutti, come le uscite di Belloli (“basta soldi a queste quattro lesbiche del calcio femminile”); sullo sproporzionato ego di Lotito e sui suoi metodi “dittatoriali” si potrebbero scrivere dei trattati; a proposito di dittatori, righe su Blatter ne abbiamo scritte noi stessi e, se si è mossa addirittura l’Fbi, c’è da pensare che il marcio a livello mondiale è veramente tanto; sulla vicenda della Campania, le indagini sono in corso, ma anche qui non si scopre nulla di nuovo, con il presidente Pastore impegnato spesso in azioni da “piccolo duce”.

Tutto molto triste, tutto molto vero, con metastasi a vario livello che avrebbero potuto minare tutto il sistema, e probabilmente in parte lo hanno fatto. Un atteggiamento, da parte di queste persone, e per restare nei patri confini, da Prima Repubblica Calcistica, la cui fine, ormai imminente alla luce di tutti questi scandali, potrà portare una ventata di aria nuova e riuscire a dare quella spinta all’intero movimento, nazionale e mondiale, verso una nuova era in cui buon senso e democrazia siano davvero gli elementi base da cui ripartire. La soluzione la dà il sistema calcio stesso, che ha colpevolmente sopportato questo modo di fare, ma alla fine si è ribellato, senza bisogno di un Antonio Di Pietro che ramazzasse l’area, ma semplicemente perché ha raggiunto il colmo della sopportazione, ponendo fine a queste piccole grandi dittature grazie ai dittatori stessi che, dimentichi della Storia, sono diventati bulimici di potere fino a restarne schiacciati loro stessi. Ora la speranza è che, chiunque sarà al loro posto, ci vada con la consapevolezza di ricostruire, tenendo a mente due cose fondamentali: l’amore per il calcio e il rispetto per la passione dei milioni di tifosi che amano esclusivamente quella palla che rotola sul prato verde.

 

 

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