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Racconto dell'anno zero

Spesso il calcio è visto, dai cultori delle altre discipline sportive, come un intruso, come un male da sopportare, inviso per la grande popolarità tale da fagocitare tutto l’”altro” sport.

In quest’annus horribilis che si va a chiudere, segnato dalla pandemia che tanto ha inciso su tutti i livelli del vivere sociale, alla fine è stato solo il calcio a vedere, in qualche modo, conclusa la sua stagione.

Questo male che ci ha colpito nel profondo della nostra esistenza, che sta cancellando un’intera generazione, quella più cara, della nostra memoria, i nostri nonni, i nostri padri, ha azzerato anche la nostra vita sociale. Quello che prima ci sembrava scontato, il vivere sociale, insieme appunto, all’improvviso è diventato un pericolo, le distanze da aumentare per evitare la diffusione di questo nemico subdolo e meschino. Chiaro che questo scenario ha influenzato, e modificato, anche il nostro mondo.

Ciò che aveva una programmazione rigida e cadenzata, con impegni su impegni che si andavano ad incastrare uno sull’altro, ha visto all’improvviso annullarsi tutto, nessun calendario ha avuto più senso. Questo ha portato progressivamente all’annullamento delle stagioni di quasi tutti gli sport, delle grandi manifestazioni sportive. Di un anno sono stati differiti gli Europei di calcio, ma soprattutto i Giochi Olimpici di Tokyo, riuscendo, il virus, là dove non sono riuscite nemmeno le guerre (almeno nell’antichità).

L’unica che si è parzialmente salvata è stata la stagione del calcio dei club, nazionale e internazionale, causa interessi evidentemente superiori alla stessa pericolosità del virus. Un calcio diverso, però, senza pubblico, senza cioè l’apporto del vero depositario della passione che circonda questo sport, il tifoso. La diversità delle ultime dodici giornate del campionato non ha modificato l’esito finale, che una volta di più, la nona consecutiva, ha visto trionfare la Juventus. È stata una vittoria che, comunque, era già diversa nelle premesse perché tutto si potesse concludere normalmente. Affidata alla guida tecnica di Maurizio Sarri, da subito è parsa stridente la presenza dell’ex allenatore di Napoli e Chelsea alla corte bianconera, così come a un certo punto è parso palese che l’obiettivo è stato raggiunto grazie agli stessi giocatori che hanno fatto fronte comune, andando oltre le idee di gioco del tecnico, mai pienamente condivise.

Questo ha comportato l’aumento della concorrenza, in primis l’Inter di Antonio Conte, arrivata seconda, con il risveglio anche del Milan, che dura anche nella stagione in corso. L’altro trofeo italiano, la Coppa Italia, è stato appannaggio del Napoli, passato dal trauma dell’ammutinamento della squadra e dell’esonero di Carlo Ancelotti alla guida decisa e ruspante di Gennaro Gattuso, superando in finale, meritatamente anche se ai tiri di rigore, la stessa Juventus.

Particolare è stata la conclusione della stagione delle coppe europee, con le squadre che hanno dato vita, dai quarti in poi, ad una sorta di torneo ad eliminazione diretta, con gare avvincenti. Ha trionfato il Bayern Monaco, indicato come favorito anche prima della pandemia, che ha superato in finale il Paris St. Germain, con la Juventus ancora frustrata nelle sue aspettative dall’eliminazione da parte del Lione, mentre un plauso va all’Atalanta, capace di arrivare ad una manciata di secondi dalla qualificazione alle semifinali, poi andate alla squadra di Neymar e company. In finale di Europa League, torneo spesso snobbato dalle italiane, è arrivata anche l’Inter, che pure si è dovuta inchinare allo strapotere del Siviglia, vero mattatore di questa competizione.

Tra questo che è il passato e il futuro non c’è stata la solita mediazione estiva, perché le due stagioni si sono in pratica incollate. Questo ha fatto sì che le novità tecniche di una Juventus affidata all’esordiente assoluto Andrea Pirlo prendessero tempo per essere metabolizzate dalla squadra, al momento guida, con merito, il Milan seguito dall’Inter, per quell’auspicato risveglio delle milanesi, fondamentale per il ricambio del nostro calcio. Se poi sarà un risveglio vincente, o se la Juventus diventerà nuovamente dominante, per la decima volta consecutiva è un arcano che ci svelerà l’immediato futuro. Virus permettendo. La speranza resta quella di tornare alla normalità, l’adattamento sarà quello di una normalità che sarà in ogni caso diversa da quella cui eravamo abituati. Ma sarà pur sempre una normalità. Buon 2021 a tutti.

 

 

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